Micromobilità e utenti vulnerabili: sicurezza, normative e strategie
La micromobilità in Italia è in costante crescita: bici, monopattini elettrici e altri mezzi leggeri si stanno integrando sempre di più nella quotidianità urbana, soprattutto nelle grandi città.
Questo cambiamento rappresenta un’evoluzione positiva dal punto di vista ambientale e della vivibilità urbana, ma richiede una riflessione concreta sulla sicurezza. Pedoni, ciclisti e monopattinisti rientrano oggi tra i soggetti più esposti ai rischi della strada, in particolare in presenza di scarsa visibilità o infrastrutture inadeguate.
La protezione di questi utenti richiede l’adozione di soluzioni tecnologiche e infrastrutturali in grado di prevenire gli incidenti e favorire una convivenza più sicura tra le diverse modalità di trasporto.
Chi sono gli utenti vulnerabili e dati di contesto
Come anticipato, gli utenti vulnerabili sono i soggetti particolarmente esposti per l’assenza di protezioni strutturali in caso di impatto, quindi pedoni, ciclisti, motociclisti e i sempre più diffusi monopattinisti.
Negli ultimi anni, la crescita della micromobilità e l’aumento degli spostamenti urbani su mezzi leggeri hanno reso queste categorie sempre più presenti e, al tempo stesso, più a rischio.
Secondo il report ISTAT 2024, quasi la metà delle vittime stradali appartiene a queste tipologie di utenti, con un incremento degli incidenti e dei feriti a conferma di un contesto critico in molte aree urbane.
Le situazioni più a rischio si concentrano in corrispondenza di incroci non regolamentati, strade periferiche e tratti con visibilità limitata, dove l’assenza di infrastrutture dedicate o sistemi di protezione può avere conseguenze gravi.
Le novità del Codice della Strada 2025 per i monopattini
Il nuovo Codice della Strada 2025 introduce misure fondamentali per migliorare la sicurezza dei monopattinisti, rendendo più chiari obblighi e sanzioni:
- casco obbligatorio per tutti, indipendentemente dall’età;
- targa identificativa e assicurazione RC obbligatorie;
- limitazioni di velocità più rigide e nuove regole per la circolazione notturna.
Le disposizioni entreranno in vigore gradualmente nel corso del 2025, con un periodo transitorio di 6 mesi per l’adeguamento dei veicoli già in circolazione.
Chi non si adegua rischia sanzioni tra i 100 e i 400 euro, oltre al sequestro del mezzo in caso di assenza di assicurazione. Queste modifiche intendono aumentare la responsabilizzazione degli utenti e uniformare le regole a quelle già presenti per altri veicoli a motore.
Vision Zero e infrastrutture protettive
La strategia Vision Zero, adottata in vari Paesi europei, si pone un obiettivo chiaro: zero vittime sulla strada entro il 2050. Questo approccio si basa su una visione integrata della sicurezza, in cui infrastrutture, tecnologia e comportamento umano devono collaborare.
Tra le soluzioni più efficaci:
- Zone 30 nei centri abitati per ridurre velocità e severità degli incidenti.
- corsie ciclabili protette e separate dal traffico veicolare.
- attraversamenti pedonali rialzati e ben segnalati, anche con illuminazione dedicata.
Città come Stoccolma, Amsterdam e Copenaghen rappresentano contesti urbani che dimostrano l’efficacia di infrastrutture sicure e normative mirate, contribuendo in modo concreto alla riduzione degli incidenti gravi.
Tecnologie e soluzioni per migliorare la sicurezza
La protezione degli utenti vulnerabili passa anche attraverso soluzioni tecnologiche avanzate e accessibili:
- sistemi di visibilità personale, come luci LED, giubbotti rifrangenti e caschi luminosi, aumentano la percezione visiva in condizioni di scarsa illuminazione;
- wearable tech con segnalatori di frenata o indicatori di direzione migliorano la comunicazione tra utenti della strada;
- infrastrutture intelligenti, come sensori di prossimità, semafori adattivi e specchi stradali con gestione elettronica, sono strumenti fondamentali per prevenire collisioni.
In questo contesto, Safe Join rappresenta una soluzione concreta: uno specchio stradale antiappannamento, antighiaccio e brevettato, pensato per garantire la visibilità in ogni stagione e in qualsiasi condizione.
Funzionando in autonomia, grazie all’energia solare, la manutenzione è ridotta al minimo, mentre il sistema elettronico integrato consente di monitorare e regolare il funzionamento in modo intelligente e a basso consumo.
Roadmap operativa per i comuni
L’adozione di strategie efficaci per la sicurezza degli utenti più vulnerabili non è più rimandabile.
Per i Comuni, definire una roadmap operativa non significa ripensare tutto da zero, ma valorizzare ciò che è già disponibile, integrando soluzioni pratiche e facilmente applicabili nei contesti urbani e periurbani.
Un piano d’azione concreto può partire da cinque ambiti prioritari:
- Mappatura delle aree a rischio: con un’attenzione particolare a incroci pericolosi, zone scolastiche, attraversamenti pedonali e percorsi ciclabili non protetti.
- Potenziamento delle infrastrutture: attraverso interventi mirati come l’introduzione di Zone 30, la creazione di corsie dedicate e la riqualificazione degli spazi pubblici in ottica di sicurezza.
- Adozione di soluzioni tecnologiche: in grado di prevenire i rischi legati alla scarsa visibilità e alle condizioni meteo critiche. In questo contesto, dispositivi come Safe Join offrono un contributo concreto, migliorando la visibilità nei punti più critici della viabilità urbana e suburbana.
- Campagne di sensibilizzazione e formazione: rivolte a tutti gli utenti della strada, con focus su comportamenti responsabili e conoscenza delle regole.
- Coinvolgimento attivo della cittadinanza: attraverso strumenti digitali di segnalazione, ascolto delle esigenze locali e promozione di progetti partecipativi orientati alla sicurezza.
La sicurezza stradale non può prescindere da una visione strategica: è il risultato di scelte intelligenti, pianificazione e investimenti mirati. In questo percorso, Safe Join si propone come un alleato affidabile, efficiente e sostenibile, pronto a integrarsi nelle politiche locali per una mobilità più sicura e consapevole.
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